Il quarto appuntamento della rassegna 2010 “Piccole Chiese e dintorni” - il percorso itinerante in concerto organizzato dal Comune di Brugherio con il Teatro San Giuseppe e la Fondazione “Luigi Piseri” – approda in Villa Fiorita con “I ROMANTICI” proprio in concomitanza con la Festa Patronale.
Domenica 10 ottobre 2010 alle 16.00, al pianoforte Erminio e Massimo Della Bassa intratterranno il pubblico eseguendo “Pagine di Schubert, Chopin, Schumann, Liszt”
L'ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti.
Info:
- Comune di Brugherio tel. 039 2893214 - 039 2893363; www.comune.brugherio.mi.it; e-mail: cultura@comune.brugherio.mi.it
- Teatro S. Giuseppe, tel. 039 870181 - 039 2873485, www.sangiuseppeonline.it; e-mail: info@sangiuseppeonline.it
- Fondazione Luigi Piseri, tel. 039 2893535 – 039 2183890, www.fondazionepiseri.it; e-mail: info@fondazionepiseri.it
Per saperne di più su Villa Fiorita, sede del Palazzo Municipale.
Quasi tutte le ville brugheresi nascono come luoghi di villeggiatura e sorgono come strutture architettoniche isolate nelle campagne o adiacenti a complessi rurali e agricoli, che poi divennero fulcro di agglomerati più vasti, origine delle odierne frazioni.
Così non è per Villa Fiorita che, posta all’interno del centro storico cittadino, presenta una tipologia che la rende più simile ad un palazzo che ad una villa.
Villa Fiorita, che presenta pianta ad L, si affaccia sull’abitato con una grande cancellata tardo-barocca in ferro battuto scandita da pilastri dallo stile formale tipicamente settecentesco. Era questa l’entrata principale del palazzo, alla quale se ne aggiunge un’altra sul retro, che affacciava su un elegante giardino di rappresentanza a sua volta aperto su un ampio parco, ora pubblico, dal quale si aveva accesso direttamente alla piazza della chiesa, con la cui antica struttura di San Bartolomeo la costruzione della villa risulta probabilmente complementare.
L’edificazione del palazzo è tardo settecentesca e avviene laddove esisteva, già nel 1721, una «casa da nobile» con rustici e giardino di proprietà dei conti Scotti, presenti sul nostro territorio almeno dal 1537.
Le mappe teresiane dell’inizio del XVIII secolo segnalano la presenza, in prossimità della residenza, di un giardino, più piccolo dell’attuale parco, consistente in due grosse aiuole.
Nel 1778 la villa venne venduta da Giambattista Gallarati Scotti, conte di Vedano, a Gaspare Ghirlanda, al quale, probabilmente, si devono la riedificazione e la decorazione dell’edificio di cui ora rimangono le tracce maggiori.
Successivamente la villa passò ai Noseda e poi ai Bertani, un’antica famiglia di tessitori.
Nel secolo scorso gli ampi spazi vennero usati come sede di casa di cura per malattie nervose che, dal 1949 al 1956 ospitò il Pittore ferrarese Filippo de Pisis (1896-1956) che utilizzò come studio la Serra del palazzo, scegliendola per lo stretto legame col verde del parco e per l’ottimale esposizione alla luce solare. Il pittore amante dei fiori, ospite a Villa Fiorita, amava molto lo stile romantico del parco all’inglese che ancora oggi conserva gran parte delle essenze erboree scelte nell’Ottocento: una palma, due cedri del Libano, gelsi e
bambù. Vi sono inoltre specie arboree introdotte in Italia verso la metà del Settecento, provenienti dall’Asia e dall’Australia come la sofora e la lagerstroemia.
La costruzione nobiliare, per la successione dei proprietari ed il più recente adattamento dei locali a casa di cura, ha subito profonde modifiche e nel 1963, per motivi funzionali ed igienici, sono stati demoliti due rustici e un’ala della villa.
Per gli stessi motivi sono andate perdute tutte le decorazioni a fresco che ingentilivano la facciata e che ora si intravvedono solo sul retro verso il parco. Si tratta di belle raffigurazioni monocrome, fatte scegliendo le tonalità pastello delle terre, rappresentanti cariatidi che sembrano sorreggere l’architrave tra il primo e il secondo piano o quei balconi che, in realtà, sono un’aggiunta novecentesca. Inoltre si riconoscono dettagli di finte architetture che incorniciavano le finestre nonché particolari di bassorilievi e medaglioni in cotto resi illusionisticamente.
Tra il 1979 e il 1980 un’ulteriore ristrutturazione dell’edificio lo rese sede municipale, tuttavia quest’ultima azione non modificò sostanzialmente la struttura dell’edificio che derivava dai precedenti interventi.
Brugherio, 6 ottobre 2010