L'adolescenza rappresenta un passaggio estremamente delicato che ogni bambina e bambino affronta prima di entrare a far parte del mondo degli adulti. In questa fase transizionale, gli adolescenti e le loro famiglie si ritrovano spesso privi sia degli adeguati strumenti per gestire al meglio il particolare momento di crescita, sia di figure di riferimento a cui rivolgersi per qualsiasi necessità. Da qui l'idea di dar vita a un life camp, denominato “This is me”, nel quale affiancare alle piacevoli esperienze legate allo stare bene, a socializzare con il gruppo, a raggiungere il proprio equilibrio e all'attività sportiva come metafora di vita, diversi momenti di formazione e crescita insieme a life coach professionisti, i quali accompagneranno i partecipanti a capire sé stessi, amarsi, accettarsi e applicare tolleranza e amore per ciò che ciascuno è.
«Il periodo storico con cui si sta confrontando l'attuale generazione di adolescenti risulta particolarmente complesso, compromesso da incertezze dilaganti, punti di riferimento sempre più labili, valori effimeri e dall'affermazione del web che ha spogliato di senso le comunicazioni, imposto modelli estetici irraggiungibili, alimentato la violenza fisica e verbale, deresponsabilizzato le persone che si occultano dietro gli schermi - dichiara Antonio Fagotti, co-ideatore della progettualità insieme a Giuliana Radice -. È questa la realtà con la quale devono fare i conti i giovani e di riflesso le famiglie. Quello che ci proponiamo di fare è dunque aiutare gli adolescenti a trovare gli strumenti per fronteggiare la quotidianità, conoscersi e uscire dal proprio involucro per capire cosa piace e cosa dà felicità, fino a far comprendere loro che l'errore non è un nemico che deve spaventare ma un alleato e un insegnante prezioso per il successo. In “This is me” ognuno avrà dei momenti dedicati con il coach, fondamentali per approfondire gli stati d'animo e avere delle sezioni di confronto protette in cui l'esperto vaglierà la situazione, risponderà a dubbi e fornirà il proprio aiuto».
La progettualità, proprio per l'importanza che andrà a ricoprire in ciascun partecipante, non si esaurisce con la conclusione dell'esperienza. Gli organizzatori hanno infatti previsto anche un seguito, una fase “post camp” attraverso la quale continuare a tracciare il percorso già intrapreso.
«Per rimanere vicino ai ragazzi e ai genitori anche dopo “This is me” e durante tutto l'anno, abbiamo messo a disposizione due supporti: lo sportello online e la possibilità di organizzare incontri in presenza - continua Antonio Fagotti -. Si tratta di attività estremamente utili, svolte a posteriori, che servono da una parte per consolidare ciò che è stato conquistato durante il life camp e dall'altra per analizzare quale ruolo abbiano giocato e quanta rilevanza abbiano assunto i nuovi strumenti acquisiti nella quotidianità dell'adolescente».
Per scoprire i dettagli di “This is me” è possibile consultare la https://thisismelifecamp.it/.