I nomi fanno il mondo è un'opera concepita per l'ascolto in audiolibro. Piccoli romanzi in venti righe, o poco più. Prose che contengono intere storie, anche epiche, ed epoche. Una voce racconta e nomina il mondo attraverso una serie di ritratti ed esperienze, di volti e nomi. Così facendo, produce memoria. La vita è fatta di storie, non di atomi.
Le storie raccolte in I nomi fanno il mondo sembrano, a volte, incidenti, a volte sorprese, a volte avventure. A volte sono dialoghi, a volte immaginazioni, a volte escogitazioni che discendono dalla stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Narrano grandi imprese, gesta leggendarie, oppure descrivono vicende quotidiane di modesti impiegati dell'esistenza. Nessuna mai di queste persone e di queste storie, però, è anonima. Tutti esistono veri e concreti in parole opere omissioni come fossero in carne ed ossa. Sono personalità e destini incarnati in un nome, che è già un volto. Si chiamano Andrei Vado, Marta Straniero, Fabio Forestieri, Angelo Spaventa, Milton Fraser detto Nobody, Mehemet Selim, Learco Finisterra. Si chiamano Tobias Apokepon, Lajos Kozma, Niels Lagenstadt, Sherina Ajanìa, Giacomo Bambina, Ninì l'Amour. Una prende il treno, uno gioca a tennis, una fa un regalo, uno riscopre il padre, una s'innamora, uno pulisce sentieri, una parte, uno ritorna. Viaggiano, sostano, s'incontrano, si scontrano. Nei racconti di I nomi fanno il mondo tutti portano un pezzo della loro vita, sia quelli che in queste pagine risultano scritti, sia coloro che ci vengono per leggere e ascoltare. Sono colti in uno scatto, un istante.
Sembrano in una fotografia. Ma l'immagine si muove, così come si muovono le parole. Dentro, passa il tempo.
Gian Luca Favetto è scrittore, giornalista e drammaturgo. Conduce programmi su Radio Rai. Collabora con La Repubblica e ha ideato il progetto Interferenze fra la città e gli uomini, www.interferenze.to.it .
Di narrativa ha pubblicato, fra gli altri, A undici metri dalla fine, Se vedi il futuro digli di non venire, Italia, provincia del Giro e La vita non fa rumore, tutti editi da Mondadori.
Il romanzo Le stanze di Mogador (Edizioni Ambiente) e la raccolta poetica Mappamondi e corsari (Interlinea) sono del 2009.
Nel 2010, per Manni, è uscito il racconto Diventare pioggia.
Dicono di lui:
“… Favetto è un rabdomante di sogni: fruga tra le storie inventate come tra i personaggi della vita quotidiana, disegna e descrive splendidi intrusi che si inventano traiettorie personali nel mondo come se appartenessero a qualcos'altro; sono qui davanti agli occhi e sulle righe eppure continuamente sfuggono, rischiano e affrontano cadute, ma osano l'esistenza senza fuggire da disertori la realtà, quanto piuttosto per trovare una strada che li riporti definitivamente in una casa, che non si vede ma si spera infinita.”
Saverio Simonelli, La compagnia del libro (TV2000) - agosto 2010
“Nessuna parola è superflua, la sintesi è massima, eppure, volendo, ciascuna storia potrebbe dilatarsi fino a diventare un romanzo […] “Le parole sono le uniche a fargli venire le vertigini”, si dice di Giobatta Caruana ne “L'arrampicatore”. Sono così numerose le possibilità delle parole da lasciare sorpresi e un po' frastornati, eppure non manca un sorriso per tanta grazia e fantasia.”
Marina Monego, Lankelot.eu - agosto 2008