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26/07/2011Confagricoltura Lombardia
 
 
IL MADE IN ITALY PER SALVARE LA SUINICOLTURA
 
 
“Di fronte ad una crisi di questa portata, occorre agire tutti insieme: andare in ordine sparso rischia di penalizzare ulteriormente l’intero settore”: lo ha ribadito, ieri sera a Lodi, nella sede di via Agello di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza, il Presidente, Antonio Boselli, aprendo l’incontro della Sezione Suini. Il riferimento è alle tre organizzazioni del settore primario, alle prese con la sempre più difficile situazione delle imprese specializzate nell’allevamento di suini. “Negli ultimi mesi hanno dovuto chiudere quasi il 30 per cento degli allevamenti e diverse altre imprese agricole stanno attraversando un periodo di forte criticità”- ha rilevato Boselli - passando poi la parola al responsabile della Sezione, Giuliano Toninelli. “La crisi del settore è a dir poco irreversibile: traspare dagli operatori quasi un’impotenza che frena qualsiasi tipo di iniziativa” - ha esordito Toninelli -ricordando “come sia stato l’aumento vertiginoso dei costi di produzione a mettere in ginocchio l’intero comparto”. Che fare, allora, di fronte a questa crisi prolungata ?
“Occorre, anzitutto, - hanno concordato gli allevatori che hanno partecipato all’incontro – rilanciare il cosiddetto ‘Decreto Salumi’, chiedendo esplicitamente che per le produzioni tipiche siano utilizzati esclusivamente animali nati, allevati e macellati nel nostro Paese e non, come succede oggi, far diventare prodotto “Made in Italy” una materia prima nella quale vi è solo la prevalenza di carne italiana (basta il 51%)”.
“Occorre, poi, puntare con decisione sull’aggregazione dei produttori: da soli non si va da nessuna parte; in particolare, si tratta di mettere assieme Organizzazioni di prodotto, Consorzi, Cooperative e, non ultimo, il Distretto del Suino Lombardo che sta nascendo. Solo in questo modo si può avere un maggior potere contrattuale soprattutto nei confronti delle aziende di trasformazione e degli altri operatori del settore. E’, inoltre, indispensabile avere a disposizione una sede titolata che quoti i suini, come ad esempio la Commissione Unica di Mantova, studiando nel frattempo un’alternativa di facile applicazione per la gestione di questa commissione. E’ necessario introdurre anche un sistema di classificazione delle carcasse, entrato in vigore dal 1° Luglio con una Direttiva Europea, per il suino pesante: oggi la classificazione è tarata su un suino leggero Nord Europeo, sistema che penalizza in maniera sostanziale gli allevatori italiani. Si tratta, infine, - conclude Giuliano Toninelli – di sensibilizzare gli Istituti di Credito perché sostengano un settore che, soprattutto nel nostro territorio, rischia di scomparire”. La riunione degli allevatori di Confagricoltura ha deciso, quindi, di rivedersi periodicamente per proporre possibili soluzioni ed iniziative per far uscire dal baratro, nel quale si trova, la suinicoltura lombarda, ambito di fondamentale importanza per le eccellenze della salumeria italiana che rischia, a sua volta, di scomparire.
 

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