La prima volta che vidi Alberto fu un anno fa in un albergo di Fiuggi nei giorni del primo congresso di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale dell'8 marzo scorso.
Alberto mangiava insieme a suoi amici nel tavolo accanto al nostro, e se di primo istinto mi venne di andargli incontro a dirgli qualcosa e dargli la mano, in seguito non trovai le parole esatte da dargli e decisi di rimandare il gesto.
Nelle settimane scorse la vicenda Torregiani è tornata sotto le luci della ribalta per la potenziale espulsione del terrorista Battisti, e vedere alcune interviste di Alberto nei vari TG mi hanno colpiti per la sua lucida mancanza di rancore e la sua disponibilità a parlarne pubblicamente.
Sabato a Venezia nelle fasi preparative della manifestazione, ho incrociato nuovamente Alberto dopo un anno esatto e non ho esitato a chiedere una foto insieme a lui, nei pochi secondi di vicinanza ho provato a pensare cosa dirgli ma la forza che ti trasmette Alberto ha annientato ogni mio proposito.
Alberto è una di quelle persone alle quali la vita ha preparato sfide più grandi di altri, una sfida dal punto fisico e una dal punto di vista psicologico in quanto il destino dell'assassino di suo padre non è assicurato alla giustizia per motivazioni complesse.
Fare pace col cuore non deve essere stato facile ma a quanto sembra Alberto è riuscito anche in questo .
Ad Alberto e a quanti lottano ogni giorno contro palesi ingiustizie vada il nostro sostegno morale e il ringraziamento per la testimonianza, perché molte volte in queste persone troviamo valori e credi più forti e granitici rispetto a persone normali.