Il libro prende spunto dalla concezione superstiziosa della vita tipica delle fasce anziane della popolazione, qualcosa che avveniva anche nel nostro paese fino a tempi non troppo lontani. È la storia di una famiglia turca, e in particolare delle sue donne, che si svolge prevalentemente attorno all'hamam, simbolo del caldo e umido ventre materno, della tomba eterna e dell'esistenza stessa. Ma è anche la storia struggente di Muharrem che perde il padre nel giorno della sua nascita e la madre quando è ancora in fasce. Rimasto orfano, viene isolato dalla nonna Inayet perché considerato un essere demoniaco, principale causa di tutte le disgrazie familiari.
“L'infestazione di topi, l'albero nel giardino improvvisamente privo di frutti, la pioggia incessante,
i dolori connaturati alla vecchiaia, perfino il riso incollato sul fondo della pentola erano da lei reputati segno tangibile della natura malvagia del bambino e la inducevano a mormorare in continuazione sure del Corano... per respingere i malefici perversi del demonio.”
Ben presto la nefasta influenza di Inayet infetta i componenti della famiglia e solo l'amore e la compassione della zia Saduman e dell'anziana domestica Sultan riusciranno a preservare il bambino dalla pazzia e dall'odio della vecchia. Che arriva a imprigionarlo in camera sua, senza alcuna possibilità di uscita, per far sì che la sua presunta maledizione non si diffonda.
Sembra la trama di un thriller a sfondo religioso. Ma diversamente da classici come Omen, Cem Mumcu non vola con la fantasia; prende spunto dalla vita reale.
Col passare del tempo, la follia di attribuire influenze demoniache al bambino contagia perfino i figli di Saduman e la donna decide di salvare Muharrem, liberandolo dalla prigionia in cui è costretto fin dalla nascita. Egli, tuttavia, mai riuscirà a liberarsi dal doloroso fardello che lo opprime, anche se il futuro gli riserva dei figli e la gestione di un hamam. “Si può bruciare il proprio passato senza rimanerne ustionati? È possibile cancellare le proprie ceneri o usare i giorni ormai trascorsi per lavarsi e purificarsi?”