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21/06/2011Comune di Bollate
 
Ex cava Bossi
 
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE È VIGILE, MA È NECESSARIA LA COLLABORAZIONE DI TUTTI, SENZA ATTACCHI E STRUMENTALIZZAZIONI
 
 
Lo scorso venerdì 17 giugno, l'Amministrazione comunale ha avuto un incontro con le associazioni “Qui Bollate Libera” e “SOS Racket e Usura”, che avevano richiesto un confronto sulla questione “Ex cava Bossi”. Nel corso dell'incontro, l'assessore all'Ambiente Piergiorgio Valentini ha illustrato ai rappresentanti delle due associazioni i risultati di una indagine storico-documentale, al fine di ricostruire le fasi di riempimento della cava Bossi avvenute a partire dal 1980: l'indagine non è da considerarsi ancora conclusa per la difficoltà di reperire, tra gli Enti interessati alla vicenda, una documentazione la cui origine risale a 30 anni fa.
In estrema sintesi, è stato ricordato che l'ex cava Bossi consta di due diverse aree. La porzione orientale della cava, quella verso Paderno, è stata riempita anche con rifiuti a partire dai primi anni ‘80, con conseguente denuncia per discarica abusiva nel 1985. Successivamente gli Enti locali (Regione, Provincia, Comune e ASL) hanno obbligato la proprietà a bonificare l’area sulla base di un progetto  approvato nel 1990. La bonifica realizzata prevedeva l’isolamento dei rifiuti mediante riempimento con materiali inerti, il monitoraggio della falda contaminata e la copertura con terreno agricolo per il ripristino finale. Nel 1997, a seguito di una indagine sul terreno, realizzata attraverso diverse perforazioni, non si “evidenziava la presenza di consistenti masse di rifiuti e di scarti industriali”, pertanto, nel 1999, l’area è stata autorizzata a discarica di inerti, il cui completamento si completa nel 2003.
La porzione occidentale della cava (quella verso Bollate)  invece non risulta essere stata mai interessata da scarichi abusivi ed è stata quindi autorizzata come discarica di inerti nel 1992 (la fine del riempimento risale al 2001). Dal 2003, inizia l’utilizzo in superficie della discarica per le lavorazioni di deposito e recupero di rifiuti speciali non pericolosi.
Conclusa la relazione sullo “storico” della cava, l'Amministrazione ha riportato la questione al presente. “Dal momento del nostro insediamento nell'aprile del 2010 – commenta l'assessore Valentini – abbiamo innanzitutto cercato di colla-borare e di interfacciarci con gli Enti interessati, al fine di rendere efficaci i controlli procedurali ed amministrativi volti a valutare le condizioni in essere delle attività autorizzate e quelle eventualmente non autorizzate che attualmente vengono svolte sull’area superficiale della discarica. Le due attività autorizzate risalgono al 2008 per la procedura semplificata e al 2009, con parere contrario degli uffici tecnici del Comune di Bollate, per quella in regime ordinario. Nel corso dell’ultima ispezione del 10 giugno 2011, era stato chiesto alla proprietà, che ha acconsentito, di poter prelevare campioni dal sottosuolo tramite perforazioni che saranno realizzate al fine di verificare la portanza dei terreni. I campioni, che saranno poi analizzati a cura  di ARPA, potranno servire a caratterizzare qualitativamente quantomeno quella porzione d’area”.
Nonostante il confronto aperto, sul quotidiano “Il Giorno” del 19 giugno scorso, il fondatore dell'associazione “SOS Racket e Usura” Frediano Manzi ha rilasciato una dichiarazione secondo cui l'Amministrazione avrebbe detto che “va tutto bene”, ma tale affermazione non risponde affatto al vero. “Abbiamo invece ribadito che la bonifica della porzione orientale avvenuta dal 1990 al 1998 ha portato gli Enti a ritenerla conclusa positivamente – conclude l'assessore Valentini – ma che sulle recenti lavorazioni, sopra la superficie della ex cava, sono in corso accertamenti. Nella sua ricostruzione del nostro colloquio, il sig. Manzi non si è attenuto alla verità dei fatti e ha addirittura concluso il suo intervento dicendo che 'l'ex cava avrebbe coperture istituzionali'. Un'affermazione simile per noi è inaccettabile e respingiamo fermamente l’insinuazione avanzata dal sig. Manzi che, anzi, invitiamo a fare nomi e cognomi a supporto della sua tesi”. A tal proposito, gli amministratori bollatesi si riservano l’opportunità di intraprendere ogni azione, anche di carattere penale, in difesa del loro operato, rammentando altresì che, per la prima volta dagli anni Ottanta, chi amministra Bollate si è attivato per fare chiarezza su questa vicenda: una simile presa di posizione non si è mai riscontrata in passato da parte di chi ha preceduto la Giunta Lorusso alla guida della città.
All'incontro di venerdì erano presenti, oltre all'assessore Valentini, anche il Co-mandante della Polizia locale Antonello Martelengo, il responsabile del distaccamento bollatese della Polizia provinciale commissario aggiunto Flavio Rossio e l'assessore alla Sicurezza del Comune di Bollate Fabio Boniardi, il quale conferma: “Con la nostra Polizia locale abbiamo da sempre garantito alla Polizia provinciale il nostro completo supporto per qualunque operazione. Per l'ennesima volta siamo costretti a ricordare che è la Polizia provinciale ad avere le competenze in materia di Polizia ambientale, ma noi siamo a disposizione”.
L’Amministrazione bollatese si sta impegnando per svolgere il proprio ruolo in modo efficace e consistente, ed è il Sindaco Stefania Lorusso a chiedere di poter lavorare in un clima più sereno, invitando tutti a lasciare da parte le strumentalizzazioni politiche, così che ciascuno, per il proprio ruolo, possa contribuire a giungere ad un effettivo recupero di tutti gli ambiti degradati del territorio.



 
L’assessore all'Ambiente
Piergiorgio Valentini

Il Sindaco
Avv. Stefania Lorusso

L'assessore alla Sicurezza
Fabio Boniardi
 

Allegato 1

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