I Comuni vivono una condizione confusa e pericolosa. Da un lato devono rispondere per forza alle esigenze dei cittadini e dall’altro sono bersaglio dei continui tagli del Governo. Noi insistiamo perchè a certi doveri corrispondano anche le risorse necessarie. Da Zelo B. P. arriva la richiesta che si arrivi finalmente una reale autonomia finanziaria: “Vorremmo che l’Imu fosse municipale. Chiediamo che siano aboliti i trasferimenti e che quella tassa sia lasciara ai comuni”. E poi c’è il grande nemico, il patto di stabilità che, dalla sua introduzione, ha legato le mani agli amministratori locali impedendo loro perfino di fare investimenti. Abbiamo bisogno di pagare le nostre imprese, di creare lavoro e di lavorare sulla crescita, non solo di fare provvedienti restrittivi, di tagliare e basta. Il patto di stabilità non ha dato alcun risultato, al contrario il debito pubblico è aumentato, il blocco dei pagamenti ha causato danni enormi alla piccola e media impresa, mentre la buona impresa, quella che fa contributi e opera in sicurezza, non va in causa ma fa lavoro e non burocrazia, sta chiudendo. La frase contenuta nel decreto del Governo in cui si dice che il prossimo anno si procederà alla revisione del patto di stabilità è la dimostrazione che così com'è formulato oggi non è più uno strumento utile perchè non distingue tra spesa corrente e spese per investimenti. Il Comune deve essere un centro di servizio non di assistenza.
vicesndaco di zelo Luciano Castoldi