All'attesissima mostra collettiva d'impronta cosmopolita intitolata "International Art Expo" ambientata nell'esclusiva Milano Art Gallery in via Alessi 11 a Milano, partecipa il noto scultore Angelo Gilberto Perlotto accanto ad altri nomi noti del mondo dell'arte contemporanea. L'iniziativa, organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà inaugurata con vernissage ufficiale in data sabato 24 gennaio alle ore 18.00 con un ospite d'onore di grande prestigio, il maestro Giorgio Forattini e resterà in loco fino al 13 febbraio 2015.
Il vicentino Perlotto, conosciuto con lo pseudonimo d'arte di Gibo, approfondisce da autodidatta la lavorazione dello sbalzo e del cesello. Dopo anni di ricerca sperimentale costante imprime nelle creazioni in ferro un elevata componente di Iper-realismo, che la critica di settore inquadra come un nuovo capitolo del verismo italiano. Nel 2007 riceve un illustre premio di riconoscimento internazionale per l'evoluzione della materia. Appartiene a una famiglia, che si tramanda la forgiatura del ferro da oltre un secolo. Nei lavori di Perlotto convivono la forza dell'aver saputo preservare e sviluppare un'"abilitas artigiana" dalle radici profonde e preziose, la sensibilità moderna nel servirsi di quella tecnica per tradurre in ferro le forme di un pensiero attuale e la capacità di farne un racconto senza tempo, che appartiene all'anima universale delle cose e delle riflessioni sul sé.
Sulle caratteristiche, che ne rendono unico ed inconfondibile lo stile espressivo è stato commentato "Nella bottega del padre ha imparato l'arte di lavorare il ferro. Nella memoria conserva le immagini e l'uso di oggetti di antichi secoli, che oggi la tecnologia ha sostituito con altri molto più pratici ed efficaci, ma che non hanno però l'impronta delle mani dell'uomo. Solo lo spirito di un poeta poteva pensare: fermiamoli nel tempo e nel ricordo con il ferro forgiato al color bianco e battuto sull'incudine. Trasmettiamo per sempre il loro ricordo per quello che sono stati nella vita di tanti e per quello che sanno suggerirci. Ora sono fissati per sempre nella solidità del metallo anche per coloro, che hanno la memoria labile o per chi non li aveva visti in uso: sono qui a trasmetterci di u tempo povero sì, ma ricco forse di altre cose, che abbiamo perduto". Perlotto sostiene, che la scelta dei suoi soggetti poveri non essere intesa come una sorta di romantica evocazione del passato, un amarcord che oggi va tanto di moda, ma una contemplazione pura e semplice della bellezza di un attrezzo frutto di esperienza artigianale.