Conto alla rovescia per l'attesissima mostra collettiva allestita nel pregiato contesto istituzionale del Museo Gipsoteca Canova a Possagno (Treviso) che sarà inaugurata Sabato 17 Gennaio alle ore 18.30 con la presenza d'eccezione di Vittorio Sgarbi e durerà fino al 10 febbraio 2015. All'iniziativa, organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes partecipa la poliedrica artista Grazia Azzali con una serie di opere di intensa suggestione.
Ella dichiara "L'opera è la mia frequenza. La superficie del quadro è un luogo inquietante, è lo spazio nel quale il gesto infligge e lascia la traccia del proprio passaggio alla maniera dei fuochi d'artificio: accendono il buio per poi esaurirvisi dentro. Le mie sono presenze in fuga. L'immagine mi è frontale, attraversa lo spazio in un totale smarrimento di luce e buio per trionfare in frammenti di ciò che è inafferrabile". Per l'Azzali l'opera finale è la sua luce, il suo modo di filtrarla e concepirla, una modalità di ricerca di senso del mondo, cercando un'illuminazione che dipani il buio della conoscenza umana.
Nel commentare le connotazioni distintive del suo stile è stato sottolineato "Benché a prima vista il risultato sembri un'astrazione, un puro gioco di sfilature dorate su un fondo nerissimo, a debita distanza dell'opera le figure ricompongono dei soggetti intricati, distorti, viscerali, ma riconoscibili. Sono fate, barche, paesaggi marini, visioni del firmamento, vegetazioni notturne e altri elementi che insieme concorrono a ricreare una cosmogonia fantastica e quasi epica. E' un mondo delle favole, che vive in una dimensione perennemente notturna, che s'interseca con la magia, con il corpus delle leggende e dei miti più antichi, con l'alchimia e l'esoterismo, impregnato di mistero e allo stesso tempo di rivelazioni, di scoperte che appunto mettono in luce dove c'era il buio sotto forma di un messaggio, che si rivela essere un'intera e complessa dimensione di senso e bellezza. E se questa cosmogonia dai tratti gotici ed epici riesce così bene non è solo per la capacità del 'saper fare' ma anche perché fa parte di una spiritualità altamente sviluppata e netta, che l'artista coltiva nel suo carattere, con la sua personalità effettivamente notturna, schiva, solitaria, che ricerca il mistero e che si appassiona di nuovi modi di intendere la vita oltre il materiale, mischiando continuamente il proprio quotidiano alle nuove scienze spirituali ed esoteriche".