Importante evento in anteprima nazionale alla storica galleria milanese "Milano Art Gallery" situata in Via Alessi 11 a due passi dal Duomo, con la presentazione del nuovo volume fotografico dal titolo "Milano - Il fascino di una metropoli" della talentuosa artista Maria Pia Severi, per l'occasione affiancata dal direttore Alessandro Sallusti, che ha realizzato il testo di prefazione introduttiva. L'incontro, previsto in data Mercoledì 5 Novembre alle ore 18.00, sarà introdotto dal manager produttore Salvo Nugnes.
Spiegando il messaggio, che vuole divulgare attraverso i suoi originali scatti d'autore la Severi afferma: "Vorrei coinvolgere le persone nelle emozioni, che provo io fotografando. Inoltre, vorrei lasciare libero sfogo all'interpretazione delle mie foto. Ogni città che visito deve diventare prima ‘mia' in ogni senso, culturale, storico e visivo. Ogni volume che esce ‘sull'ultima nata' è per me sempre il più bello”. Ecco come fotografo: “Seguo il mio istinto sempre e ho creato uno stile considerato rivoluzionario di foto in movimento".
Nel commentarne le abili doti creative il professor Vittorio Sgarbi ha dichiarato su di lei: "La Severi ci inghiotte nello spazio attrattivo delle sue forme. Propone immagini fotografiche, che non documentano, ma evocano. Negli scatti della Severi non i luoghi, ma la percezione dei luoghi, la memoria indefinita non delle situazioni e dei particolari, ma delle sensazioni, come ciò che resta di un sogno. Le fotografie sono una sfida alla memoria, il tentativo di fotografare i ricordi, la natura anche imprecisa, ma decisiva". E prosegue evidenziando: "Come chi si sveglia all'improvviso e ricorda soltanto i frammenti di un sogno, percependone il senso, la continuità narrativa. Esse sono dentro di noi. Nel ricordarle non abbiamo una conoscenza compiuta, ma una conoscenza intuitiva. Di questa dimensione, di questa intuizione la Severi vuole restituire una corrispondenza fotografica. Così la sua tecnica appare impressionistica e divisionistica come la trascrizione di un sogno. Contro la distanza dei luoghi impone la perdita del fuoco, rinunciando alla nitidezza, che è propria della riproduzione fotografica".