È stata sottoscritta dal Magnifico Rettore Fabio Rugge lo scorso 6 agosto l'adesione dell'Università degli Studi di Pavia al Consorzio Italbiotec in qualità di socio ordinario. La collaborazione, attiva già da anni grazie a numerose partecipazioni congiunte a bandi nazionali e internazionali di Ricerca, Sviluppo e Innovazione, si formalizza oggi con la firma dell'accordo di adesione al Consorzio e mira a promuovere le attività di ricerca e sviluppo nel settore delle biotecnologie, attraverso la realizzazione di progetti e l'ampliamento di reti in grado di rispondere alle esigenze di sviluppo sostenibile ed etica della ricerca e dello sviluppo scientifico-tecnologico. L'ingresso del prestigioso ateneo pavese rappresenta un passaggio fondamentale nella crescita del Consorzio Italbiotec all'interno del panorama nazionale e internazionale nell'ambito della promozione della formazione avanzata, ricerca, progettazione, trasferimento tecnologico e networking. Tra le iniziative oggetto della partnership istituzionale appena istituita, le principali verteranno sull'organizzazione di iniziative di approfondimento di tematiche connesse ai finanziamenti agevolati, lo scouting strutturato di proposte progettuali all'interno dell'ateneo, l'attività di networking tra università, centri di ricerca e imprese, le facilitazioni nello sviluppo di opportunità internazionali, l'analisi e l'ottimizzazione delle risorse (umane, economiche e temporali) a disposizione dell'università e il coinvolgimento nella progettazione e sviluppo di corsi di formazione per laureandi e dottorandi.
Oltre agli otto soci fondatori (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università della Calabria, Università degli Studi dell'Insubria, Università degli Studi di Palermo, Università degli Studi di Parma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Parco Tecnologico Padano, Fondazione Renato Dulbecco) aderiscono al Consorzio l'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI) e l'Istituto Nazionale dei Tumori “G. Pascale”, a cui si sono aggiunte nel 2014 l'Università del Salento, la Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari (SSICA) e l'Università degli Studi di Pavia. Ai soci ordinari si affiancano oltre 30 imprese affiliate, realtà del settore Biotech interessate a usufruire dei servizi e delle convenzioni attivate dall'ente, verso un network di collaborazione sempre più proficuo e sinergico tra pubblico e privato nelle attività di ricerca, innovazione e sviluppo scientifico-tecnologico.
Queste le parole del professor Franceco Svelto, del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione e prorettore alla Terza missione per l'Università di Pavia: "L'adesione al Consorzio è un passo importante per il nostro Ateneo finalizzato a promuovere i contatti e le sinergie con il mondo industriale lombardo. In particolare, Italbiotech ci offrirà opportunità di ricerca e collaborazione in un settore strategico quali le biotecnologie, in cui l'Università di Pavia ha e vuole mantenere un profilo di primo piano. La partecipazione a reti collaborative è secondo noi la strada da seguire per aumentare il respiro progettuale ed un'interlocuzione efficace con enti di finanziamento nazionale ed Europeo".
Diego Bosco, Direttore generale del Consorzio Italbiotec, ha così commentato: “Salutiamo con grande piacere l'adesione dell'Università di Pavia a membro ordinario del nostro Consorzio. Poter annoverare tra i nuovi soci un ente così prestigioso e importante nel panorama della ricerca e della formazione universitaria italiana rappresenta un importante passo per la nascita del progetto “Biotech in Rete”, da noi promosso nell'ottica di aggregare e mettere in comune risorse e competenze del settore attraverso azioni mirate a promuovere e stimolare progettualità di eccellenza a livello nazionale. Siamo infatti profondamente convinti che un sistema basato su meccanismi aggregativi su larga scala con forti sinergie e complementarietà tra gli attori del sistema della ricerca sia da ritenersi un modello vincente, considerato anche il particolare periodo socio-economico dove le scarse risorse suggeriscono l'adozione di principi di sinergia consolidati e sostenibili. Questo modello è a nostro parere particolarmente applicabile nel settore della ricerca biotecnologica, in cui l'innovazione spesso nasce dallo scambio di idee, iniziative e dalla realizzazione di progetti multidisciplinari, impossibili da concretizzare se non con il contributo di persone e soggetti con background e competenze differenti”.