È ormai imminente l'inizio della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" che si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, curata dal critico Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, all'interno del maestoso Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande. In esposizione illustri nomi tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini.
Tra le molteplici opere esposte sarà possibile ammirare le pregiate creazioni scultoree in vetro realizzate da Daniela Forti. Il suo interessante percorso nel mondo dell'arte del vetro inizia presso lo studio "Forme" a Roma nel quale apprende e sviluppa la padronanza sulla materia. Nel 1982 si trasferisce in Toscana dove apre il suo laboratorio atelier e instaura importanti con rinomate vetrerie della zona, affinando ulteriormente la conoscenza del rapporto luce/vetro.
Attraverso la fusione del vetro e del cristallo, la Forti approda ad una sua personale interpretazione e rivisitazione, avvalendosi di una metodologia innovativa ed esclusiva, che rende i suoi lavori unici ed inconfondibili, coniugando insieme fantasia ideativa, forme e colori in una composizione armoniosa ad intreccio dalla dinamica plasticità strutturale. Le sculture vengono modulate e forgiate tramite la luce, che trasmette intensa energia vitale alle rappresentazioni, anche in virtù del gioco della luminosità trasparente, sapientemente utilizzato dall'artista per dare ulteriore movimento e fluidità all'insieme.
La consolidata capacità strumentale si unisce alla competenza nella lavorazione e allo studio approfondito producendo risultati di eccellente livello qualitativo e di ottimo gusto estetico, di immediato impatto visivo e semplice comprensione per lo spettatore. Il linguaggio della Forti propone soluzioni sorprendenti applicate all'uso del vetro dotate di una speciale finezza espressiva, frutto del lungo cammino di formazione da lei intrapreso negli anni e di un'incessante sperimentazione, dove il mondo fantastico generato dalla sua intima introspezione le permette di cogliere e trasferire elementi di narrazione e simbolismo.
Nella libera e consapevole scelta di dedicarsi al vetro concepito come "Medium espressivo" dell'innato talento inserisce metafore e messaggi esistenziali in chiave codificata e cifrata, che conferiscono un plus valore indiscusso alla produzione. Per lei il vetro è qualcosa di misterioso e per certi versi incontrollabile: fragile e al contempo resistente, tagliente così come trasparente, mutevole e malleabile. La Forti con il fuoco lo scolpisce, lo plasma nel tentativo quasi "eroico e mitico" di restituirgli l'inconsistenza del tempo e della sua decorrenza, inserendolo in una dimensione eternamente attuale. Le opere ingannano la percezione sensoriale della scansione cronologica mostrando il passaggio dallo stato solido a quello liquido in una formula di proiezione perpetua, seppur inserita nell'attimo fuggente e sfuggente protagonista del costante e continuo fluire.