Il noto professore docente di estetica Stefano Zecchi sarà il prossimo attesissimo ospite del Festival Artistico Letterario "Cultura Milano" ideato e organizzato dal manager Salvo Nugnes, agente di rinomati personaggi, allo scopo rendere la cultura accessibile a tutti con eventi ad ingresso libero, che annoverano presenze altisonanti come Corrado Augias, Bruno Vespa, Francesco Alberoni, Mario Luzzatto Fegiz, Vittorio Sgarbi, l'indimenticabile Margherita Hack. L'incontro in stile conferenza a tema su "La bellezza" si terrà nello storico contesto della galleria milanese "Milano Art Gallery" in via G. Alessi 11 in data Martedì 19 Novembre 2013, alle ore 18.00.
Nell'occasione Zecchi parlerà di riflessioni e concetti contenuti nel libro dal titolo "La bellezza" nella formula di nuova edizione, dopo la prima uscita del 1990, dalla casa editrice Bollati Boringhieri. Zecchi afferma "Certi trionfi sono peggiori delle eclissi. È accaduto anche alla bellezza. Proscritta come imbarazzante anticaglia dal sussiego postmodernista, ha poi riguadagnato terreno nella vita quotidiana attraverso un'idea artefatta di naturalezza e il culto della presenza corporea, che promette a chiunque una facile elusione del proprio ricettacolo di fango".
Zecchi non si compiace affatto di un simile rientro in scena della bellezza e se oltre vent'anni fa la riscattava dal limbo di irrilevanza in cui l'aveva confinata l'intero novecento, avanguardista e post, adesso la difende dalla sua versione cosmetica e domenicale. Ai suoi occhi rimozione estetica ed esaltazione sociale appartengono allo stesso orizzonte insterilito, in cui ancora una volta viene aggirata la domanda di senso, che è racchiusa nella rappresentazione di una forma sensibile e che costituisce la vera dimensione utopica dell'esistenza. Zecchi dichiara "Più che salvare il mondo, secondo l'auspicio di Dostoevskij, oggi la bellezza deve essere messa in salvo dal mondo".
Zecchi è arrivato al successo popolare anche in virtù della prolungata partecipazione al Maurizio Costanzo Show a partire dal 1988. Di quell'esperienza così intensa ricorda "Costanzo ha inventato il talk show italiano. Di lui ho stima e affetto. Mi ha sempre apertamente dimostrato rispetto. In trasmissione tutti gli ospiti partivano da zero, erano tutti uguali ai nastri di partenza. Tra la fine degli anni '80 e la prima metà degli anni '90 era l'unica possibile e fedele realizzazione di comunicazione culturale nazionalpopolare".