Dopo aver percorso migliaia di chilometri a piedi per anni, il settantottenne maratoneta brugherese Ermanno Monticelli si avvia a concludere per la decima volta la sempre affascinante esperienza del Cammino di Santiago de Compostela.
Il percorso è quello storico tracciato per primo nell’ IX secolo da Alfonso II il Casto, re di Asturias. E proprio da Oviedo, in Asturias, è iniziato questo Cammino - detto Camino Prinitivo - per approdare dopo due settimane di marcia a Santiago de Compostela.
Ci scrive, Monticelli, nella mail del 9 settembre, ore 17.44:
“Ce l'ho fatta! Sono arrivato sulle sponde dell'Oceano Atlantico, a Muxía. domani la chiusura definitiva a Finisterre. Sempre a piedi. Nelle ultime tre tappe le gambe hanno girato bene. Ho anche ripreso a bere birra e caffè, sospesi a causa della mia pressione arteriosa che per svariati giorni ha rimbalzato come una pallina di ping-pong. ‘Polvere e fango, sole e pioggia, è il cammino di Santiago ......’: così inizia il *Poema del muro a Nàjera, nella Rioja. Ma il cammino è anche fatica e sudore, sconforto e rinunce, disagi e sofferenza, digiuni e pasti sommari, notti insonni o quasi per colpa di russatori impenitenti e pellegrini chiassosi, levatacce antelucane e ore e ore di marcia nel buio pesto dei boschi,e così via. E allora la domanda nasce spontanea: perché continui a farlo?
Perché il cammino è anche spiritualità e cultura, incontri e nuove amicizie, l'allegria di cene comunitarie nei rifugi e le conversazioni poliglotte, il dare e il ricevere, l'aiuto disinteressato, la gioia della riuscita e molte, molte altre sensazioni. Lo rifarò l'anno prossimo? Dopo dieci volte al momento non ci penso proprio. Comunque vedremo. ma l'anagrafe incombe. Per intanto auguro a tutti una buona fine di settimana. Fra quattro giorni sarò a casa.
Un abbraccio. Ermanno”
*Passando per Najera si trova scritto sul muro di una vecchia fabbrica questo poema di Eugenio Garibay in due diverse lingue, questa è la traduzione in italiano:
“Polvere, fango, sole e pioggia, è il cammino di Santiago. Migliaia di pellegrini, e più di migliaia di anni. Pellegrino chi ti chiama? Quale forza oscura ti attira? Non il cammino delle stelle, né le grandi Cattedrali. Non la selvaggia Navarra, né il vino dei Riojani, né i frutti di mare galleghi, né i campi della Castiglia. Pellegrino chi ti chiama? Quale forza oscura ti attira? Non la gente del cammino, né gli usi rurali. Non la storia e la cultura, né il gallo della Calzada, né il palazzo del Gaudì, né il castello di Ponferrada. Tutto questo vedo passando e vederlo è una gioia, ma la voce che mi chiama è molta più profonda. La forza che mi spinge, la forza che mi attira, non so spiegarla neanche io, solo chi arriva lo sa”.