Abbiamo incontrato i Sense of Sin, band italiana che da anni propone musica di qualità assoluta. "I Sense of Sin sono nati nel 1983 nel pieno del fenomeno New Wave: il primo pezzo che abbiamo scritto e prodotto si intitolava "Moving in Silence" e fa parte, nella sua versione "aggiornata", dell'EP "Colder World" uscito all'inizio di quest'anno", spiegano.
Quali riferimenti musicali e sonori avete? E ci raccontate come è nata "Where the end starts"?
"Where The End Starts" è un pezzo rock, scritto originariamente per la colonna sonora di una serie televisiva che poi non è andata in porto. Ha comunque radici che affondano nella cultura musicale degli anni '80/'90, nostro punto fermo di riferimento.
In che direzione sta andando la vostra scena musicale di riferimento? Sentiremo ancora produzioni che mescolano elementi nuovi a classici anni '80 '90 o ci saranno sorprese?
Tutto sommato è un buon momento: stanno riemergendo sonorità tipiche degli anni a noi cari ovviamente attualizzate. Un po' l'operazione che abbiamo fatto noi con l'EP Colder World e il brano Where The End Starts.
Com'è la scena rock a che punto è nel mondo?
Negli ultimi anni, il pop e la musica elettronica hanno dominato le classifiche e le radio, lasciando meno spazio per il rock mainstream. Tuttavia, nonostante queste sfide, la passione e la dedizione dei fan di lunga data e la creatività di nuovi talenti continuano a mantenere viva la scena rock.
Cosa avete in serbo per il prossimo futuro?
La nostra intenzione è quella di ripetere l'esperienza con le stesse modalità delle ultime pubblicazioni, ovvero riproporre, rivisitandole, quelle canzoni scritte negli anni a cui siamo particolarmente legati: in quarant'anni di collaborazione i pezzi certo non ci mancano…
La musica suonata e prima di tutto il rock dal vivo funzionano più di altri generi... e oggi si fanno tanti concerti. Per cui il rock ha un gran bel futuro... o no?
Il futuro del rock come genere dipenderà dalla sua capacità di rimanere rilevante nel panorama musicale in continua evoluzione. Con una solida base di fan, un'esperienza unica offerta dai concerti e l'innovazione artistica, il rock può continuare a prosperare e ad avere un impatto significativo sulla musica e sulla cultura.
Come mai avete scelto come nome Sense of Sin, ovvero Senso del Peccato?
Sense of Sin è un nome che vuole catturare l'ambiguità delle emozioni umane e la dualità presente in ognuno di noi. Nelle nostre composizioni abbiamo sempre cercato di trasmettere un senso di intensità emotiva e di profondità, affrontando temi come l'amore, la perdita, la passione e la lotta interiore.
Ci sono spiragli per un vero e tangibile risveglio "artistico" dell'Italia dopo gli anni della pandemia?
Eventi come la pandemia, il cambiamento climatico, la guerra con la sua corsa al riarmo mondiale ci stanno privando della speranza sul futuro che era ancora presente in tutto il periodo in cui il rock, come fenomeno musicale, ha influenzato stili di vita, impegno sociale, produzioni artistiche. All'estero come in Italia è perciò diventato importante valorizzare ciò che ci permette di ricordare e che non si non vuole perdere, sfruttando anche le evoluzioni tecnologiche e le nuove realtà digitali.
Cosa è migliorato e cosa invece è rimasto uguale nei locali italiani dopo lo stop dovuto alla pandemia?
Dopo lo stop dovuto alla pandemia, le persone hanno espresso la loro voglia di riprendersi la vita e i locali hanno un'importanza fondamentale nella ripresa alla socializzazione. Ma non sono il più adatto a rispondere a una domanda del genere… frequentiamo sempre gli stessi posti e lì non è cambiato un granchè.
Sense of Sin: arriva "Where The End Starts" (Jaywork Music Group)
https://open.spotify.com/track/4brubvVuvM05aIDpPhSg2o?si=aa94ebab9583443e