Nelle ultime ore gli organi di stampa hanno diffuso la notizia che la lista “Milano Paragone Sindaco”, in corsa per Palazzo Marino, avrebbe raggiunto un alto numero di consensi, compreso tra il 5 e l'8 per cento, tra gli abitanti del capoluogo lombardo, erodendo voti dal blocco di Salvini e company. Tali percentuali emergerebbero da un sondaggio commissionato direttamente da via Bellerio per testare le capacità di penetrazione della Lega e dei suoi candidati.
«Sono percentuali importanti che tuttavia non devono sorprendere - dichiara Piero Chiappano, candidato nella lista “Milano Paragone Sindaco” e rappresentante del mondo cattolico -. Non mi stupisco di tale risultato: il nostro candidato tratta i problemi con un approccio molto vicino a quello della “vecchia” Lega, dei primi anni ‘90. Uno stile diretto in cui le persone vengono collocate al centro. Il programma elettorale, non a caso, si pone il dilemma dei penultimi».
Piero Chiappano con questo termine, che riprende dal libro del leader del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi “Il grido dei penultimi”, richiama la fascia di popolazione che viene tartassata e al contempo ignorata dalla grande politica.
«C'è la Milano dei ricchi e quella dei poveri, regolarmente sfruttata nei periodi elettorali per lanciare proposte roboanti poi raramente perseguite - continua l'esponente -. Nel mezzo si trova il ceto medio, la Milano silenziosa, quella dei penultimi, che non ha voce in capitolo e comprende tutti coloro che sono costretti a lasciare la città perché non hanno abbastanza soldi per acquistare un'abitazione o che pagano la retta di un asilo nido quanto l'affitto di un monolocale, dove i figli stanno peggio dei genitori e l'incertezza diventa l'unica compagna di vita. Gianluigi Paragone riesce a cogliere tutti questi aspetti e a farsene carico. Da qui - conclude - nasce la mia scelta di candidarmi all'interno della sua lista, che ricordo essere improntata al civismo. Mentre le forze partitiche muovono lo scacchiere dalla distanza, senza concentrarsi sul concreto, noi preferiamo dedicarci alle necessità reali dando valore alle propulsioni locali».