L’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia ha indetto per il 15 settembre uno sciopero nazionale dei sindaci che prevede, per una volta, che i primi cittadini incrocino le braccia e per un giorno si fermino le attività proprie di chi ricopre la carica più importante nelle città d’Italia. Per esempio, lo sciopero consisterà nel fermo degli uffici anagrafe, poiché sono i sindaci a detenere la delega di ufficiali di Stato Civile. Una voce fuori dal coro è quella del Sindaco di Opera Ettore Fusco, conosciuto per non avere peli sulla lingua e soprattutto per le sue battaglie, sempre in prima linea con i suoi cittadini e persino, più volte, seduto sui banchi degli imputati nei palazzi di giustizia per avere difeso senza compromessi il suo territorio. Epica la rivolta popolare che guidò nel 2007, contro un campo nomadi, quando era ancora un Consigliere comunale di opposizione e, da Sindaco, quella più recente, ancora vittoriosa, contro l’inceneritore al confine con Milano. Poi ancora le battaglie contro la prostituzione, lo spaccio di droga, i profughi nella vicina Pieve Emanuele e quelle a favore dell’ampliamento della Via Ripamonti, la trafficata strada che collega Opera a Milano, e tante altre ancora. “Non ci sto a protestare contro un Governo che finalmente sta cambiando l’Italia - le parole di Fusco - portandoci per mano ad una forma di federalismo che, seppure blanda, salverà davvero la nazione”. Quindi a Opera, giovedì 15 settembre, nessuno sciopero e servizi regolarmente erogati a tutti i cittadini che si rivolgeranno al Comune per qualsiasi ragione. “Questo non significa affatto che la manovra ed i tagli siano condivisi, anzi - aggiunge il Sindaco di Opera - come sempre, quando si cercano soldi per tamponare i disastri di Roma ladrona, si ricorre agli enti virtuosi penalizzandoli ed impedendogli di contribuire invece nella rinascita del Paese. Sono pienamente consapevole del danno che questa manovra correttiva ed i suoi tagli ai trasferimenti, soldi nostri che finiscono a Roma e non tornano più, farà alla nostra gente ma è pur vero che dopo decenni di sprechi bisogna risanare i conti dello Stato”. Dopo avere partecipato alla manifestazione del 29 agosto a Milano, sempre contro il cappio della manovra, il Sindaco operese ha cambiato rotta ed ha scelto di non protestare più insieme a molti suoi colleghi.
“Il compito dei politici è quello di cambiare le regole per migliorarle, laddove siano superate o ingiuste, ma non scioperando e creando disagi bensì attraverso la sensibilizzazione delle istituzioni e soprattutto con la battaglia nei partiti che ci rappresentano e che noi stessi rappresentiamo all’interno delle nostre comunità - conclude il Sindaco della Lega in Giunta a Opera con Pdl e Udc - per questo non protesterò più sfilando accanto a sindaci non degni della fascia tricolore, come lo scorso anno accadde a Roma insieme alla napoletana Iervolino e quest’anno a Milano con il capitolino Alemanno a cui la Padania continua a pagare gli sprechi e i disavanzi di bilancio con buona pace dell’Anci”. Intanto dalle pagine del giornale dell’Amministrazione comunale il Sindaco ha già provveduto a spiegare ai suoi cittadini quali sono i sacrifici legati alla manovra e, ironicamente, sottolineato che i minori trasferimenti sono il prezzo da pagare per sostenere questa Italia unita da 150 anni ma anche che il Paese sta finalmente vivendo una trasformazione epocale, grazie al federalismo, e sarebbe un delitto bloccarla con delle strumentali proteste contro il Governo. Secondo Fusco la soluzione immediata ai problemi, nell’attesa del federalismo, anziché nei tagli agli enti locali doveva essere ricercata nella lotta alla vera evasione fiscale, nella privatizzazione delle partecipate pubbliche dove regna sovrana la politica affaristica ed il clientelismo, nell’allentamento dei vincoli legati al Patto di Stabilità che impediscono ai comuni virtuosi di investire i propri soldi, come i 7 milioni di euro fermi nelle casse di Opera, e nella guerra agli amministratori incapaci o furfanti.