POLITICA LOCALE
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| | 31/05/2011 | Ance Cremona | | RELAZIONE PRESIDENTE ANCE CREMONA CARLO BELTRAMI | | |
| ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI EFFETTIVI | | |
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Care colleghe e colleghi imprenditori, Il settore delle costruzioni, che si appresta a vivere il quarto anno di crisi, rappresenta un comparto fondamentale nell’economia del Paese. In Lombardia, gli investimenti in questo campo contribuiscono per il 7,4% alla formazione del Pil regionale. Il settore delle costruzioni fatica a trovare la strada della ripresa, anche nel territorio cremonese, che, pur non versando in condizioni brillanti, non ha ancora raggiunto i livelli di contrazione regionali e nazionali. Gli investimenti sono in calo ; così come continua ad essere in sofferenza l’aspetto occupazionale, con ampio ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni. Le imprese edili attive presso la nostra cassa Edile sono 723 e la media mensile di lavoratori con posizioni attive è pari a circa 3000 con una forte contrazione sia nel numero di imprese e sia nel numero dei lavoratori, come meglio vi illustrerà il Presidente della Cassa edile di Cremona, geom. Ciboldi, con la lettura della sua relazione. Il mese scorso il Presidente di Confindustria Cremona, Mario Caldonazzo, allo scopo di rilanciare lo sviluppo industriale del territorio, ha proposto la realizzazione di “un polo imprenditoriale strategico”, capace di attrarre iniziative da tutto il Paese, sia per la sua dimensione sia per la sua potenzialità logistica intermodale. Il polo dovrebbe coinvolgere non soltanto le amministrazioni locali, ma anche la Regione Lombardia e lo Stato Italiano, in modo da godere di agevolazioni amministrative, fiscali e strutturali simili alle esperienze inglesi e statunitensi delle Green Enterprise Zone (GEZ) . Nell’esperienza inglese e statunitense le GEZ sono state realizzate allo scopo di favorire lo sviluppo di aree a basso livello di occupazione (o colpite da crisi produttive), mediante iniziative imprenditoriali innovative, specie in attività connesse con il risparmio energetico e con le energie alternative, che si avvalgono di contributi pubblici e agevolazioni fiscali. La gestione operativa delle GEZ è affidata a organismi rappresentativi delle comunità locali. Il punto forte di queste esperienze all’estero sta nel fatto che sono previste da apposite leggi statali o federali che prevedono cospicui stanziamenti (anche di 60 miliardi di dollari), ecco per cui appare problematica una trasposizione di quelle esperienze nella realtà italiana.
L’idea lanciata dal collega ha incontrato un consenso generale, in quanto risponde alle aspettative di un territorio in incerto equilibrio, con non pochi segni di declino. Per renderla operativa, i decisori locali devono ora darle le gambe (finanziarie e organizzative) per farla camminare e come parti imprenditoriali dobbiamo contribuire affinchè ciò accada. Tornando ora al settore delle costruzioni, dalla indagine del Centro Studi ANCE sul Mercato Abitativo emerge che la contrazione dei livelli produttivi in atto nel nostro settore risulta particolarmente marcata nel caso della nuova edilizia abitativa. Per il 2010 le stime ANCE segnalano un calo degli investimenti in nuove costruzioni residenziali del 12,40% in termini reali su base annua e per il 2011 si prevede una ulteriore riduzione del 4,0%. Pertanto in soli 4 anni dal 2008 al 2011 il comprato avrà perduto, sempre in termini reali, ben il 34,20% quasi il doppio del calo previsto per gli investimenti in costruzioni nel loro complesso (- 17,80%). La minore produzione di abitazioni degli ultimi anni è ben evidenziata dall’andamento dei permessi a costruire rilasciati dai Comuni che vedono una progressiva diminuzione sin dal 2006. In quattro anni dal 2006 al 2009 si è registrata una flessione a livello nazionale del 41%. Gli investimenti di recupero abitativo (centri storici) costituiscono invece l’unico comparto del settore delle costruzioni a registrare una lieve crescita. Le stime ANCE indicano un aumento dello 0,5% per il 2011. Questo risultato è sicuramente influenzato dall’andamento positivo delle domande di agevolazione fiscale per spese di ristrutturazioni edilizie (36%).Pertanto nel loro complesso gli investimenti in abitazioni (nuovo e recupero) hanno subito un calo , tra 2008 e 2011, del 16,20% in termini reali.Ritengo però vi siano alcuni fattori importanti da tenere in considerazione per il potenziamento della attività edile sul patrimonio esistente in termini di restauro e ristrutturazioni : come costruttori dobbiamo infatti tenere in considerazione la VETUSTA’ del patrimonio abitativo italiano e del patrimonio presente nella nostra provincia. Il mercato potenziale di tale strumento, rimane di dimensioni notevoli se confrontato con i dati che ANCE ci ha fornito in merito alla vetustà di tale patrimonio abitativo. Dai dati del Censimento ISTAT risulta che circa il 40% del patrimonio abitativo italiano è stato edificato oltre mezzo secolo fa e che un ulteriore 22% del patrimonio abitativo si sta avvicinando alla soglia dei cinquant’anni. A ciò si aggiunge un altro dato per noi importate che evidenzia che ben il 52% delle abitazioni non ha mai subito interventi di manutenzione, risanamento o ristrutturazione. Sottolineo quindi che l’impegno dei costruttori edili dovrebbe rivolgersi maggiormente verso questo patrimonio abitativo che va migliorato in termini di risparmio e contenimento dei consumi energetici, sollecitando il privato ad intervenire sull’immobile non solo sulla parte impiantistica bensì anche e soprattutto sulla parte strutturale edile. Nel corso del 2009 ed ancor di più del 2010, e qualcuno sta riaprendo i termini per le osservazioni qui nell’anno in corso, sono numerosissime le Amministrazioni Comunali che hanno approvato i loro Piani di Governo del Territorio (PGT). In particolare due Comuni (Cremona e Crema) sono venuti a presentare ed a confrontarsi nei mesi scorsi qui in ANCE Cremona sui contenuti dei PGT . Alcuni di questi piani sappiamo tutti hanno provocato tra i professionisti qualche perplessità tenuto conto che prevedono ed individuano sul territorio zone di espansione residenziale, parte in social housing e buona parte mediante iniziative private. A tal proposito desidero sottolineare che i dati forniti da ANCE confermano che dal 2004 al 2009 il numero delle famiglie in Italia è progressivamente aumentato, crescendo sempre secondo i dati Istat di 338.000 unità all’anno. Dal confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie risulta un fabbisogno potenziale non soddisfatto di 430.000 abitazioni su territorio nazionale , ecco perché quasi tutti i PGT prevedono un incremento abitativo costante. A breve verranno pubblicati anche i dati del CRESME sul territorio regionale lombardo che come associazione vi diffonderemo. Per quanto riguarda invece gli Appalti Pubblici, la contrazione delle commesse, delle gare d’appalto e delle trattative private è ancor più marcata. La flessione è in atto sin dal 2005 e nell’arco di sette anni (2004-2011) gli investimenti nel pubblico risulteranno ridotti del 32%. Il giudizio sullo stato di salute del settore delle costruzioni è decisamente negativo ! Noi stessi come imprenditori sperimentiamo quotidianamente la gravità della situazione in atto : una forte recessione nel 2010 che sembra non attenuarsi, ma proseguire nel corso di questo anno 2011, con oltre 290.000 posti di lavoro persi e con tante imprese che sono state costrette a cessare l’attività. ANCE nazionale nella persona del Presidente Paolo Buzzetti e con lui tutti i Presidenti Regionali e Territoriali che fanno parte del Direttivo e della Giunta hanno più volte incontrato il Governo, i Ministri, per affrontare su diversi campi il problema della profonda crisi del nostro settore. Dagli incontri che negli ultimi due anni si sono intensificati sia a Roma che a Milano ne sono nate tante proposte che purtroppo solo in minima parte sono state accolte. In allegato continuazione della relazione del Presidente Beltrami.
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| Allegato 1
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