Già alcune affermazioni fatte da persone comuni o con meno "voce in capitolo" risultano decisamente abominevoli, ancor peggio lo diventano se rilasciate da persone con una potenza comunicativa indiscussa.
Sto parlando delle affermazioni di qualche giorno fa di Feltri sulle donne che fanno figli e sulla ragionevolezza ad avere di conseguenza uno stipendio inferiore.
Il direttore editoriale di Libero esprime la posizione che le donne devono portare il peso dello svantaggio nel procreare, quindi si assentano e di conseguenza lavorano meno, quindi una paga inferiore.
Secondo Feltri le paghe sono uguali per tutti poi per le assenze di maternità e di malattia dei figli non si fanno gli straordinari (si pagano ancora?), la maternità la può esercitare solo la donna e quindi l'universo femminile se ne deve fare una ragione.
Alcune semplici considerazioni:
-I figli si fanno in due, anche Feltri ha figli, sa quindi che la "responsabilità" è di entrambi
-Le assenze sono convenzionalmente femminili ma, sempre rifacendoci alla precedente, anche il ruolo del padre è quello di prendersi cura della prole e volendo lo può fare (escludiamo il discorso del parto), accorrendo quando I figli non stanno bene, le vaccinazioni etc etc
-Rimarcare questa differenza da parte di un direttore editoriale fa riflettere su come si possa usare strumentalmente un mezzo influente di comunicazione, un quotidiano nazionale ed un uomo con una visibilità mediatica di un certo peso
-L'affermazione che la paga base è uguale per tutti può essere vera ma forse il direttore non conosce molto bene cosa accade nel mondo del lavoro: esiste in ogni azienda, una parte contrattuale aggiuntiva, esistono dei livelli di categoria e sempre e comunque queste risultano a sfavore delle lavoratrici (studi ONU e di molte altri enti nazionali e internazionali). Non facciamo finta di non sapere che spesso a parità di lavoro vi sono livelli di categoria diversi...
Ulteriormente mi chiedo cosa ne pensano la moglie, le figlie (3) e la nuora di Vittorio Feltri di quanto scritto su Libero. Ritengo personalmente le sue parole offensive e ne percepisco la convinzione di relegare le donne a "produttrici" di figli, zitte, con l'unico diritto di subire discriminazioni
Maurizio Mauro
Coordinatore provinciale Monza e Brianza- IDeA Popolo e Libertà