Il lungo e misterioso processo produttivo, l'opulenza del profilo organolettico e la profondità del racconto proposto ai sensi dell'assaggiatore sono solo alcune delle particolarità che fanno del Vin Santo una delle più affascinanti eccellenze del panorama vitivinicolo italiano.
A questa originale declinazione del “bere dolce” il Seminario Permanente Luigi Veronelli dedica “Vin Santo da meditazione”, secondo appuntamento del ciclo SV Tasting Lab, previsto alle ore 21 di domani, mercoledì 30 marzo, presso la sede dell'Associazione in viale delle Mura 1 a Bergamo.
Se la Toscana è la regione che ne registra la più ampia produzione, la tradizione dei vini da uve appassite, lungamente affinati in caratelli, è presente anche in altre aree dell'Italia Centro-Settentrionale. Gli otto campioni selezionati per questa rara degustazione comparata provengono, infatti, non solo dalle colline di Pisa e di Prato, ma anche dal Trentino, dal Veneto, dall'Emilia, dalle Marche e dall'Umbria. Un segmento del vino italiano che ogni anno porta suoi rappresentanti ai vertici delle classifiche delle maggiori guide di settore ma che – complice la larghissima diffusione di prodotti industriali mediocri – tra gli appassionati è meno noto di quanto meriterebbe.
«Si tratta di una produzione che spesso è seguita personalmente dai vignaioli, come un vero e proprio “patrimonio di famiglia”. Nulla è delegato all'enologo o al consulente: ciascun passaggio viene gestito con la massima cura dal titolare grazie a un “saper fare” fondato su consuetudini, pratiche e strumenti tramandati di generazione in generazione. Un processo produttivo che comprende momenti di assoluta magia, primo fra tutti l'emozionante apertura dei caratelli e l'assaggio dei vini, botte per botte, dopo lunghi anni di affinamento» – ha anticipato Andrea Bonini che condurrà la degustazione con Andrea Alpi, responsabile della didattica e della formazione.
«Un passito sui generis che ha molto da dire già nell'origine del nome: “Vin Santo” potrebbe, infatti, derivare dall'affermazione del cardinale Bessarione che, assaggiandolo al Concilio di Firenze del 1430, pare abbia esclamato “Xantos!” – biondo, in greco – per definirne lo splendido colore. O forse dalla millenaria fama del vino di Xantos, città della Licia nella quale i pellegrini diretti in Terra Santa apprezzavano un grande vino passito. Tuttavia l'ipotesi più accreditata è quella che lega il nome del vino alla Settimana Santa, periodo in cui, tradizionalmente, le uve appassite vengono pressate e le botticelle accolgono i mosti» – ha chiarito Andrea Alpi.
In ogni caso un vino per pensare o, meglio, da meditazione, secondo l'espressione coniata da Luigi Veronelli per definire quei vini che, esprimendo in una sorta di assolo tutta la loro avvolgente complessità, non necessitano di alcun accompagnamento gastronomico.
A coloro che parteciperanno alla degustazione di domani saranno proposti:
Trentino Vin Santo Emblemi d'Amor 2004
Giovanni Poli, Vezzano (TN)
Gambellara Vin Santo Classico Capitel Santa Libera Selva 2004
Cavazza, Montebello Vicentino (VI)
Vin Santo dei Colli Piacentini Albarola 2002
Barattieri, Albarola di Vigolzone (PC)
Vino Santo di Sant'Angelo in Vado Marche Bianco 2004
La Montata, Sant'Angelo in Vado (PU)
Offida Passerina Vino Santo Sibilla 2006
Le Caniette, Ripatransone (AP)
Colli del Trasimeno Vin Santo 2010
Pucciarella, Magione (PG)
Bianco Pisano di San Torpè Vin Santo Riserva 2009
Sorelle Palazzi, Terricciola (PI)
Carmignano Vin Santo Riserva 2008
Tenuta di Capezzana, Carmignano (PO)
Le serate SV Tasting Lab hanno un costo di 30 euro (ticket acquistabile sul sito web del Seminario Veronelli) e sono riservate agli Associati. Chi desiderasse partecipare non essendo Associato al Seminario Veronelli può diventarlo, sottoscrivendo l'iscrizione annuale (52 euro) la sera stessa dell'evento.