La Cattedra Unesco “Diritti dell'uomo ed etica della cooperazione internazionale” dell'Università di Bergamo organizza per giovedì 17 maggio 2018 il colloquio di ricerca “Verso la costruzione di una società inclusiva” coordinato dalla Prof.essa Stefania Gandolfi dell'Università di Bergamo per fare il punto della situazione sulla ricerca “Diaspore interculturali e democrazie” a due anni dal suo inizio.
La ricerca, gestita in partenariato con l'Osservatorio dei diritti culturali dell'Università di Friburgo (CH) è partita da una duplice constatazione: da un lato la difficoltà di conciliare l'universalità dei diritti dell'uomo e il rispetto delle diversità culturali e dall'altro il deficit democratico che caratterizza le relazioni internazionali e transnazionali.
«Le diaspore – spiega Stefania Gandolfi, responsabile Cattedra Unesco “Diritti dell'uomo e etica della cooperazione internazionale” Università di Bergamo, permettono, al tempo stesso, la dispersione e la riunificazione di persone che, attraverso le proprie organizzazioni e associazioni, costituiscono degli straordinari laboratori per promuovere e sperimentare forme di partecipazione democratica a livello transnazionale. In contemporanea gli stranieri che, pur integrati nei Paesi di accoglienza, mantengono sempre un forte legame con la propria cultura di provenienza, vivono molteplici appartenenze culturali e nazionali sviluppando una particolare sensibilità rispetto all'universalità dei diritti e alla diversità culturale.»
Il colloquio sarà aperto da Matteo Kalchschmidt, Prorettore con delega all'internazionalizzazione e vedrà l'intervento di diverse figure che si occupano dei temi legati ai diritti culturali, dell'uomo e sulla diaspora, tra questi Marcella Ferri, Ivo Lizzola e Paola Gandolfi docenti dell'Università di Bergamo, Omar Ndiaye dell'Association Fulbé Italie (AFI) e Bruno Goisis Presidente Cooperativa Ruah.
Infine il dibattito verterà su un'analisi dei risultati raccolti fino ad oggi, per vedere la ricaduta del progetto stesso sia nelle organizzazioni dei migranti che in quelle della società civile coinvolte.
Il colloquio è a partecipazione libera e gratuita.
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