Parigi, Berlino, Casablanca, Dubai, Jakarta, Pechino: cos'hanno in comune con Segrate?
Per ora ancora nulla, ma tra poco Segrate condividerà con loro uno dei più famosi marchi del commercio di lusso, o comunque di fascia medio-alta, le Gallerie Lafayette. L'equivalente di Harrod's a Londra e di Bloomigdale's a New York, per intenderci.
Ecco la sorpresa di lunga gestazione che esce dal cilindro del gruppo bergamasco di Percassi e dell'australiana Westfield, responsabili dell'intervento nelle aree ex-dogana di Segrate, alle spalle del centro.
Si tratterà, come indica anche il Corriere della Sera di oggi, di 175.000 metri quadrati (circa 25 campi da calcio regolamentari), 300 negozi, tra i 10 e i 14 mila posti auto. Si parla anche di 50 ristoranti, di cinema, di luoghi di intrattenimento. Un vero colosso, insomma, atterrato su Segrate a dispetto del centro di Milano, dove se ne era ipotizzata la sede.
Staremo a vedere. Certo il rendering è imponente, ma manca purtroppo del bel segno architettonico che avremmo potuto sperare (almeno quello!) da un marchio che una ventina d'anni fa commissionò a Jean Nouvel i grandi magazzini di Berlino. E pensare che dal 1912 l'enorme cupola in ferro e vetro delle "Galeries Lafayette", con innovativi pilastri di calcestruzzo, è uno dei più begli edifici Art Noveau di Parigi, che merita una visita non meno della Torre Eiffel.
Altri tempi, altre sensibilità.
Quanto a noi, per come la vicenda è stata finora gestita, non ci sentiamo orgogliosi di questa imponente iniziativa commerciale. Qualcuno ricorderà i ridicoli sondaggi promossi dalla maggioranza anni fa: "Volete o non volete il centro commerciale?". Noi ci battiamo da allora contro l'idea stessa di questo centro, che si spera - trattando in prevalenza di marchi del lusso - non vada a nuocere alle attività commerciali del nostro territorio.
Arrivati a questo punto, a Segrate Nostra e a TUTTI i cittadini di Segrate interessa una cosa innanzitutto, e urgentemente: l'apertura della cosiddetta viabilità speciale, che è stata molto imprudentemente legata a doppia mandata alla realizzazione del "centro commerciale più grande d'Europa", e non alla Brebemi, per esempio.
Quindi resteremo vigilissimi perché si evitino flussi di traffico incongrui sul territorio e perché anche Segrate abbia da guadagnare almeno in termini di posti di lavoro, oltre che in oneri di urbanizzazione...
Nota a margine: nel 1991 Lafayette aprì uno store nella Trump Tower a New York. Non ebbe successo. Chiuse dopo tre anni. Avevano fatto male i conti con i gusti del pubblico (americano).
13 giugno 2014
Gianluca Poldi
Segrate Nostra