La Lucchini Artoni, che per anni ha investito buona parte degli abitanti di Segrate con le emissioni maleodoranti della lavorazione del bitume, non esiste più. Ma al suo posto è in arrivo un'ennesima speculazione edilizia che riguarderà un area che, per quanto abusivamente degradata ed in futuro toccata dalla tangenzialina, è ancora in parte a destinazione agricola secondo il PGT approvato nel 2012.
Otto capannoni, un edificio di uffici, nove edifici commerciali ed un ristorante, settemilacinquecento metri quadri di parcheggi.
Come se a Segrate non ci fossero capannoni vuoti con vecchi cartelli di vendesi o affittasi; come se il centro direzionale di Milano Oltre non sia semivuoto; come se non fossimo nel comune che ha approvato un PGT con uno dei più alti incrementi di consumo di suolo ed aumento di popolazione della Lombardia.
Sono molti gli aspetti criticabili di questo intervento che appare proprio come il risultato di una trattativa tra amministrazione comunale e proprietà del bitumificio, trattativa nella quale chi perde è il nostro territorio. Si costruisce troppo, si aumenta il consumo di suolo, si vanno a toccare degli antichi tracciati fontanili dai nomi preziosamente storici: Simonetta e Borromeo...
Il motivo di tanta determinazione? L'assessore al Territorio lo ha detto chiaramente in un'intervista: introitare tre milioni e mezzo di oneri di urbanizzazione per far quadrare il bilancio delle opere pubbliche.
L'approvazione del piano di lottizzazione però dovrebbe avere un passaggio in Consiglio Comunale.
E in Consiglio, in città, sulla stampa, nella rete noi ci metteremo di traverso a questo ennesimo attentato; e lo faremo con la determinazione di sempre.
Al posto della Lucchini Artoni di Segrate è in arrivo un'ennesima speculazione edilizia. Il motivo? Introitare tre milioni e mezzo di oneri di urbanizzazione per far quadrare il bilancio delle opere pubbliche.