Quello di ieri sera, 15 luglio, sembrava il classico Consiglio Comunale di fine anno, quello che vede la maggioranza fare per bene tutti i compiti scalpitando per il desiderio di precipitarsi fuori dall'aula verso le sospirate vacanze.
Era successo per esempio un altro 15 luglio, due anni esatti fa, con l'adozione del PGT, votato a ranghi compatti dalla maggioranza che allora era ancora PDL e Lega Nord. Cemento su tutti i campi di Segrate, e poi al mare.
Ieri sera invece, sorpresona. Lega Nord e metà del PDL hanno deciso di non votare il bilancio, dichiarando che il rimpasto di giunta portato a termine venerdì scorso da Alessandrini non era stato per niente condiviso.
Abbiamo sentito il sindaco, furibondo, minacciare i due consiglieri pidiellini ribelli di dimettersi, mandando tutti a casa.
Speriamo sia di parola. Noi siamo pronti.
Segrate Nostra
P.S. Avete visto cosa c'è di nuovo nel golfo agricolo? Nei terreni - tanto per capirci - tra la via Marconi e Milanodue?
Un po' di tempo fa qualcuno ha arato, ha preparato la terra ed ha seminato; risultato: ora il golfo è tornato "agricolo" per davvero.
Granoturco parrebbe, ma non siamo esperti e le piante sono ancora piccole, che forse non riporterà le pannocchie a Segrate ma servirà solo da cibo per gli animali o biomassa per chissà che cosa.
Di certo però qualcuno ha capito che lasciare improduttivi terreni a vocazione agricola non è cosa furba, alla faccia dei nostri politici di maggioranza che, al momento di approvare il PGT, si lanciavano nelle più spericolate acrobazione - Alessandrini definì con disprezzo il golfo agricolo un "campo di patate" - per dimostrarci che l'agricoltura a Segrate "non è cosa".
Invece l'agricoltura a Segrate è cosa che si può fare, perfino in mezzo alle povere piante destinate allo zanoliano preverdissment; povere in quanto, senz'acqua e cure, si stanno pian piano riducendo a legna da ardere.
Miracolo?
Non lo crediamo.
Pensiamo piuttosto che la proprietà, dopo aver lasciato per anni incolti i campi per ottenere la trasformazione "a norma di legge" dei terreni da agricoli in edificabili, ora che il risultato è stato ottenuto deve essersi ricordata di un detto dei nostri contadini: "Piutost che nient l'è mei piutost".
E l'agricoltura è tornata.