Saper trasformare una situazione di difficoltà ed emergenza in un’opportunità d’integrazione. A Erba ci stanno provando in questi giorni dopo l’arrivo di 25 migranti (provenienti da Mali, Somalia, Marocco e Ghana) che la Prefettura di Como ha dislocato in città martedì scorso. “Insieme alle associazioni del Terzo Settore ci stiamo dando da fare per offrire a queste persone un accoglienza degna di questo nome – ha sottolineato il sindaco, Marcella Tili, nel corso di un incontro con le associazioni di volontariato cittadine per fare il punto sulla situazione – Nelle scorse settimane la Prefettura aveva chiesto la nostra collaborazione per poter affrontare l’emergenza migranti, proprio in previsione di nuovi arrivi. Da parte nostra abbiamo immediatamente garantito la nostra disponibilità coinvolgendo nell’iniziativa le associazioni presenti in città. Dalla Caritas all’associazione Mani Aperte, i Trapeiros di Emmaus, il Centro di Ascolto, Lariosoccorso, il Centro Aiuto alla Vita a Villa Padre Monti tutti si sono fatti avanti per assicurare il loro aiuto insieme alla Protezione Civile che già in passato si era mobilitata in occasione del sisma in Abruzzo. Malgrado questa rete di solidarietà la prova cui siamo stati chiamati è stata ugualmente impegnativa. La nostra è un città di poco più di quindicimila abitanti e quindi anche le strutture e le capacità di accoglienza sono commisurate”. L’emergenza legata ai nuovi arrivi ha però bruciato i tempi tanto che malgrado l’allerta nessuno si attendeva l’arrivo di così tanti migranti. “Per fortuna la rete di solidarietà che siamo riusciti ad organizzare ha risposto in maniera immediata in un modo che mi ha commosso e rassicurato – prosegue il sindaco – rispetto alla decina di persone per cui eravamo pronti a garantire l’alloggio ci siamo trovati ad averne venticinque ma ugualmente Erba ha dimostrato nel momento del bisogno di essere pronta a fare la sua parte”. Dei migranti inviati in città dalla Prefettura 23 sono alloggiati all’Hotel Erba mentre una coppia è stata ospitata in un alloggio della Caritas. “Grazie all’opera di coordinamento del Comune le associazioni e i nostri uffici Servizi Sociali hanno saputo rispondere all’emergenza pur con pochissimo preavviso – sottolinea il vicesindaco, Claudio Ghislanzoni – ora si tratterà di superare la fase d’emergenza e proseguire con la politica d’accoglienza. Abbiamo individuato nella Caritas il referente che si farà carico delle istanze dei migranti, tutti di età compresa tra i 21 e i 31 anni, oggi abbiamo avuto un primo incontro con loro per distribuire un kit con il necessario per l’igiene personale e per fornire delle informazioni utili alla loro permanenza in città”. Tra le prime difficoltà da affrontare il pasto della domenica, che verrà fornito dall’associazione Mani Aperte visto che le cucine dell’hotel in quella giornata sono chiuse. Nei prossimi giorni a tutti i migranti verrà fornita una “Carta di ospitalità”, grazie alla collaborazione della Polizia Municipale cittadina, con la quale si potranno muovere liberamente sul territorio comunale. Altro problema da affrontare l’assistenza medica dei migranti, alcuni dei quali hanno alle spalle un viaggio lunghissimo attraverso l’Africa, culminato poi con la traversata alla volta di Lampedusa. “Venerdì pomeriggio siamo stati con loro all’Asl di Ponte Lambro per un primo screening medico – precisa l’assessore ai Servizi Sociali, Nicola Antonicelli – nei prossimi giorni provvederemo ad assegnare loro un medico di base che potrà prescrivere, ove necessario, visite specialistiche ed esami che verranno effettuati presso l’ospedale Fatebenefratelli di Erba”. E dedicato ai migranti sarà anche la prossima seduta del Consiglio Comunale di Erba, già in programma il prossimo 12 luglio. “Ho incontrato i migranti e devo dire che si è trattata di un’esperienza molto forte, sono tutti ragazzi giovanissimi costretti a fuggire dalla guerra e da situazioni di povertà estrema – sottolinea il presidente del Consiglio Comunale, Eugenio Zoffili – Sono contento che la nostra città abbia saputo accoglierli dimostrando di saper fare il proprio dovere anche in una situazione così difficile. Mi auguro che molti di loro possano tornare un domani nel loro paese arricchiti da questa esperienza in Italia. La speranza è che a Erba comunque non ne arrivino più: la nostra città non può accoglierne altri e questo l’ho detto anche al Prefetto”. I migranti da parte loro si sono dimostrati molto grati alla comunità erbese che li ha accolti con tanta disponibilità. “Sono ancora spaesati e con molti di loro è molto difficile comunicare visto che non parlano inglese – spiega Giovanna Marelli, responsabile della Caritas erbese e consigliere comunale de “L’Altracittà” – tramite un ragazzo che fa loro da portavoce hanno voluto comunque ringraziare tutta la comunità di Erba per l’aiuto che sta dando loro. Anzi vorrebbero sdebitarsi lavorando e si lamentano un po’ per questa immobilità forzata. In altre zone d’Italia c’è stata una chiusura rispetto a questa emergenza, per fortuna a Erba non è successo grazie alla collaborazione del Comune e di tutte le associazioni del Terzo Settore. Un modello di accoglienza che fa della nostra città un vero e proprio laboratorio d’integrazione, speriamo che il nostro esempio possa essere seguito e replicato anche altrove”.
(Nella foto un momento dell'incontro che si è svolto questo pomeriggio nella sala conferenze della Biblioteca di Erba)