Il voto di ieri in Italia è stata una gioiosa sorpresa rispetto alle previsioni. Per Segrate è stata una bella conferma. Già un anno fa, alle elezioni regionali, Segrate aveva espresso una decisa volontà di cambiamento con la coalizione che sosteneva Umberto Ambrosoli largamente al primo posto e sopra al 42% distanziando di quattro punti quel centrodestra che da vent'anni amministra la nostra città.
Ieri la volontà di cambiare si è rafforzata: l'area del centrosinistra sfiora il 50% mentre il centrodestra scende ancora raccogliendo poco più del 33%.
Certo: il voto comunale è un'altra cosa perché la gente guarda e valuta le persone, ma la tendenza è chiara e non basteranno gli aeroplanini sulle rotonde a invertirla: l'era Alessandrini sembrerebbe proprio finita.
Sta alla coscienza di chi ancora sostiene questa fragile maggioranza suddivisa in una decina di partitini se decidere staccare subito la spina o continuare ancora per un anno la folle corsa al cemento che è stata la priorità del ventennio di governo segratese di centrodestra. I palazzoni incompiuti di via san Rocco, il quartiere della desolante stazione, il fallimento del quartiere S. Monica sono i risultati di questo ventennio. Intanto tra quaranta giorni apre la Brebemi e tutta Italia sta parlando dell'imbuto di Segrate in cui finirà il traffico che da Brescia cercherà di raggungere Milano.
La città ha già deciso. Si deve cambiare.
Segrate Nostra